Paolo Ricca Dell’aldilà e dall’aldilà. Cosa accade quando si muore?

Paolo Ricca Dell’aldilà e dall’aldilà. Cosa accade quando si muore?

Gli interrogativi su cosa sarà di noi dopo questa vita hanno mosso menti e cuori attraverso i secoli. Tra gli scritti, ad esempio, vi sono i testi i devozionali medievali dedicati all’ Arte del morire, le confraternite della Buona Morte del’600, e le riflessioni di Elisabeth Kűbler Ross sulla Morte e Morire nel nostro novecento, secolo nel quale sono anche comparse le prime traduzioni del Libro Tibetano dei Morti. Al contrario, da tanti decenni la percezione della morte sembra uscita dall’attenzione della coscienza collettiva, anche se vi ci dovrebbero ricondurre l’insorgere delle nuove guerre, e il confronto che esse ci pongono coi limiti dell’esistenza. Viviamo la nostra esistenza quotidiana come se gli anni, uno dopo l’altro, non finissero mai, nella sensazione di un prolungamento indefinito dell’esistenza – il che aveva indotto Carl Gustav Jung ad ammonirci che, piuttosto che ad allungare la vita, dobbiamo intendere ad allargarla (Jung “Oltre La Morte, intervista storica del 1959”). In questi anni, tuttavia, stanno comparendo alcune pubblicazioni che si concentrano sull’ aldilà – tra esse: Paolo Squizzato, Ultima verrà la morte…e poi? Effata’, 2015; Brunetto Salvarani Dopo. Laterza, 2020 (già commentato in una nostra Newsletter del 2022); e il testo a cui qui ci riferiamo, uscito nel 2018. Nella copertina esso ci avverte che, a prescindere dalla fede, non ci sono prove che esista un aldilà oltre la morte; ma neppure che non esista. “L’aldilà non è certo, ma è possibile”.

Paolo Ricca, noto teologo e pastore valdese, e autore di molte pubblicazioni, ci ha lasciato nell’agosto di quest’anno, e in questo libro ci lascia un testamento che descrive gli interrogativi che abbiamo sull’esperienza della morte, la concezione che la teologia cristiana ha dell’immortalità dell’anima e della resurrezione, e le ipotesi della reincarnazione. La dottrina platonica dell’anima immortale ha preso un certo campo nel cattolicesimo, anche sulla spinta delle concezioni di Sant’Agostino, mentre per Carl Barth, come l’anima non è pensabile senza il corpo, così il corpo non è pensabile senza l’anima. In Martin Lutero ricorre spesso la visione del sonno dell’anima, una condizione in cui l’anima si trova dopo la morte e prima della resurrezione, e che è fuori dal tempo e dallo spazio. Secondo la tradizione ortodossa, alla morte la separazione tra anima e corpo avviene in varie fasi, nella durata simbolica complessiva di 40 giorni (quasi sovrapponibile al percorso descritto nella tradizione tibetana), dopo di che entra in uno stato intermedio in attesa della resurrezione. 

Per quanto concerne la reincarnazione, cioè la trasmigrazione dell’anima in corpi successivi dopo il decesso, che nell’Occidente medievale era propria dalla religione catara, essa non ha trovato grandi riscontri nel cristianesimo, anche se oggi non pochi tendono a credervi. Il libro si conclude con un’appendice dotata di interessanti scritti di Martin Lutero sulla Preparazione alla morte, di Giovanni Calvino sulla Vita Futura, di Dietrich Bonhoeffer sui Due tipi di morte, e con otto dipinti illustrati e commentati.

Paolo Ricca Dell’aldilà e dall’aldilà. Cosa accade quando si muore? Torino, Claudiana, 2018, pagg 184 15,00

 

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