29 Gennaio 2023 IV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

29 Gennaio 2023 IV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

29 Gennaio 2023 IV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Prima Lettura Sof 2,3; 3,12-13
Seconda Lettura  Cor 1,26-31

Vangelo Mt 5,1-12a

Da poi che l’uomo ha tentato di darsi conto della sua esistenza nell’universo come individuo e specie, ha cercato di trovarvi le leggi che regolano questa esistenza. La grandezza dell’uomo è nel poter scoprire le leggi che stanno al di là dei singoli fatti, della congerie di episodi, della moltitudine di individui che, l’uno accanto all’altro non capiscono il perché di questa presenza nel mondo. Noi sappiamo che ci sono leggi che regolano l’avvicendarsi delle stagioni sappiamo che ci sono leggi che regolano il nascere, Io svilupparsi ed il decadere della vita ma per quanto riguarda l’umanità nel suo insieme, nel suo cammino di secoli in secoli, ci sono leggi? E una domanda che ha molte risposte. codificate nella storia del pensiero dell’uomo, ma c’è una risposta che specificamente è quella della fede e che accomuna l’insegnamento di Gesù a quello dei profeti che lo hanno preceduto, La legge è questa: l’umanità esiste nel mondo perché realizzi il proposito di Colui che la ha posta in essere; di diventare cioè una famiglia legata da rapporti di amore che usa con riconoscenza, dei beni della creazione non per prevaricare l’uno sull’altro, non per stabilire il dominio dei ricchi sui poveri ma per glorificare, nell’unità e nella fraternità, il Dio che ha crealo tutte le cose. Questo sogno, che trova la sua obiettivazione variegata ma concorde nel regno di Dio, è l’impulso che guida l’umanità. Questo è da una parte, un a priori della fede e dall’altra, è anche una constatazione di chi osserva la storia semplicemente attenendosi ai fatti. Se l’umanità si muove, non solo alla ricerca dei beni che soddisfano Je esigenze materiali ma in vista di un assetto comune che sia segnato da libertà, giustizia e fraternità, e perché c’è un impulso più profondo di quegli impulsi che noi ben conosciamo perché agiscono in noi con la violenza coattiva degli istinti. Anche se ce ne dimentichiamo, sedotti come siamo dai fini particolari ed egoistici, questo impulso riemerge di continuo nelle collettività umane. La lettura che ne dà la fede è che questo impulso è la ricerca di un regno di Dio. Quale è la legge attraverso la quale opera questo disegno? È la scelta di coloro che nell’assetto provvisorio della società sono «il resto». La parola il resto, il residuo, ricorre costantemente nella tradizione profetica di Israele e trova la sua grande esemplificazione vissuta in Gesu di Nazareth che è il resto, lo scartato, la pietra scartata, il reietto. Dio sceglie — ecco l’enunciazione di questa specie di teologia della storia — coloro che nel mondo sono deboli per confondere i forti, coloro che non sono per confondere quelli che sono. Ecco la dialettica di fede che non presume di essere un dato scientifico ma si affida alle percezioni, al consenso intimo delle coscienze. C’è chi non ci crede. Nessuno di noi ha le prove in mano per dire che è vero. Così si vive ai livelli profondi dell’esistenza non con certificazioni razionali, geometriche incontestabili con certezze che attingono risorse dalla intuizione morale della fede. Proprio ispirandosi, credo aquesta memoria biblica, il grande teorico della rivoluzione (Marx) che oggi sembra così in discredito, sostenne che la redenzione dell’ umanità, cosi funestata dallo sfruttamento, dall’accumulo della ricchezza da una parte e dal crescere della miseria dall’altra, sarebbe stata affidata alla classe degli sfruttati: al proletariato. La dialettica biblica diventò dialettica scientifica. Noi siamo in condizioni storiche da scoprire i limiti di questa traduzione in scienza di una intuizione che trova senso soltanto a livello etico-religioso. Però non possiamo non ricordarci che anche attraverso quella lettura si ripropone a noi un dilemma che a prescindere da tutte le filosofie, diventa un perenne dilemma della fede cristiana e il luogo specifico della fede cristiana nei confronti di qualsiasi fede religiosa. É bene dircelo, perché spesso la religione si introduce nei conflitti tra gli uomini per portare una consolazione che li attutisca e li impoverisca.

Da “Gli ultimi tempi” vol.1 anno A

/ la_parola