10 Marzo 2024 4° Domenica di Quaresima

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Prima Lettura Dal secondo libro delle cronache 2 Cr 36, 14-16. 19-23
Salmo 136
Seconda Lettura Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini Ef 2, 4-10

Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3, 14-21

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Io non posso dimenticare mai quella stupenda frase di Origene
secondo cui i cristiani, tutto sommato non sono che «degli uomini
pienamente naturali. Non sono dei superuomini, degli «altri» uomini,
sono uomini che vivono in pienezza quelle che sono le esigenze della
natura, che devono ristabilire una misura naturale. C’è qualcosa di
interno a ciascuna creatura che mira a crescere come un germe sotto
la zolla e non arriva mai a fiorire perché la stagione è lunga e ci sono
intercettazioni drammatiche nel lungo iter della maturazione. Vivere
secondo queste intenzioni morali significa muoversi verso la pienezza
della verità. Se allora io guardo il mondo con questo sguardo,
misurando i passi che l’uomo fa verso la pienezza della verità, io mi
libero dal pessimismo drammatico in cui altrimenti cadrei. Una delle
cose che non riesco ad accettare nella storia cristiana, (ce ne sono
tante!) è anche la facilità con cui i cristiani hanno condannato all’
inferno tutti gli altri. Non riesco a capire come hanno fatto. In Concili
Ecumenici, essi hanno mandato all’inferno tutti i non cristiani e
magari, nei momenti più rabbiosi, tutti i non cattolici. Questa facilità
a destinare alla dannazione il prossimo è per me qualcosa di
profondamente antievangelico e mi domando come sia stato possibile.
Tornando al mio tema, dico che se guardo i processi umani,
individuali e collettivi, secondo questa ottica graduale di
approssimazione al vero, io trovo una immensa solidarietà con tutte
le creature, con tutti gli esseri razionali. Dinanzi a loro sento due
bisogni fondamentali. Il primo è di non giudicarli secondo la mia
verità parziale, di ricordarmi che noi siamo tutti depositari di un
frammento di un tutto che noi non conosciamo con pienezza.
Ciascuno porta nel suo viaggio questo frammento in attesa che venga
il giorno in cui i frammenti ricomposti ci daranno il tutto. Io devo
evitare di considerare il mio frammento come una totalità, devo
ripudiare la mia tensione dogmatica a farmi metro di tutte le cose.
Da “Il Vangelo della pace” vol.2 anno B

/ la_parola