14 Marzo 2021 – 4° DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B

14 Marzo 2021 – 4° DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B

14 Marzo 2021 – 4° DOMENICA DI QUARESIMA – Anno  B

 

PRIMA LETTURA: 2 Cr 36,14-16.19-23      SALMO: 136      SECONDA LETTURA: Ef 2,4-10

VANGELO:Gv 3,14-21

 

 

 

 
 

 

 

 

 

… Io non posso dimenticare mai quella stupenda frase di Origene secondo cui i cristiani, tutto sommato, non sono che «degli uomini pienamente naturali». Non sono dei superuomini, degli «altri» uomini, sono uomini che vivono in pienezza quelle che sono le esigenze della natura, che devono ristabilire una misura naturale. C'è qualcosa di interno a ciascuna creatura che mira a crescere come un germe sotto la zolla ma che non arriva mai a fiorire perché la stagione è lunga e ci sono intercettazioni drammatiche nel lungo iter della maturazione. Vivere secondo queste intenzioni morali profonde significa muoversi verso la pienezza della verità. Se allora io guardo il mondo con questo sguardo, misurando i passi che l'uomo fa verso la pienezza della verità, io mi libero dal pessimismo drammatico in cui altrimenti cadrei. Una delle cose che non riesco ad accettare nella storia cristiana, (ce ne sono tante!) è anche la facilità con cui i cristiani hanno condannato all'inferno tutti gli altri. Non riesco a capire come hanno fatto. In Concili Ecumenici, essi hanno mandato all'inferno tutti i non cristiani e magari, nei momenti più rabbiosi, tutti i non cattolici. Questa facilità a destinare alla dannazione il prossimo è per me qualcosa di così profondamente antievangelico che mi domando come sia stato possibile. Ritornando al mio tema, dico che se guardo i processi umani, individuali e collettivi, secondo questa ottica di graduale approssimazione al vero, io trovo una immensa solidarietà con tutte le creature, con tutti gli esseri razionali. Dinanzi a loro sento due bisogni fondamentali. Il primo è di non giudicarli secondo la mia verità parziale, di ricordarmi che noi siamo tutti depositari di un frammento di un tutto che noi non conosciamo con pienezza. Ciascuno porta nel suo viaggio questo frammento in attesa che venga il giorno in cui i frammenti ricomposti ci daranno il tutto. Io devo evitare di considerare il mio frammento come una totalità devo ripudiare la mia tensione dogmatica a farmi metro di tutte le cose. L'altra esigenza è quella di riconoscere in positivo questo cammino verso la verità umana di cui ho detto prima. L'esplicita confessione di fede è certo molto importante ma è secondaria in rapporto a questo «fare la verità» che è poi un accoppiamento che urta contro il lessico normale secondo cui la verità si pensa. Invece solo fare la verità è conoscerla e quindi metterla in pratica. La pratica è anteriore allo stesso concetto che fiorisce nella scelta concreta e la rende consapevole. Con questi criteri io mi aggiro nel mondo non del tutto dominato dalla desolazione e dal pessimismo, per due ragioni di fondo. L'imprevedibile è alle porte, può avvenire che la salvezza ci venga incontro attraverso vie che noi avevamo cancellato da sempre, perfino dalla memoria. L'altra è l'attenzione ai processi vitali con cui tutti gli uomini, tutti gli esseri umani tendono alla verità. Quel che decide della salvezza del genere umano nel tempo ed oltre il tempo è questo cammino. Con queste due certezze noi siamo liberi dalla disperazione.

 

Ernesto Balducci – da: “Il Vangelo della pace” – vol. 2

 

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