17 Marzo 2024 5° Domenica di Quaresima

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Prima Lettura Dal secondo libro del profeta Geremia Ger 31, 31-34
Salmo 136
Seconda Lettura Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Ebrei Eb 5, 7-9

 

Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12, 20-33

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Serviamoci del brano del profeta Geremia, appena ascoltato, per creare
l’orizzonte della riflessione che oggi ha il suo centro focale nel brano del
Vangelo. L’orizzonte è quello della nuova alleanza che dovrà sostituire la
vecchia alleanza, quella delle tavole di pietra in cui era stata incisa la legge:
una legge esterna, esterna come una pietra, minacciosa, gravida di sanzioni. La
peregrinazione del popolo nel deserto dopo la legge è funestata da punizioni,
da serpenti velenosi, da terre che si aprono e inghiottiscono i peccatori… La

legge e la sanzione vanno sempre insieme. Noi diciamo che la prima alleanza
è finita ed è cominciata la seconda, ma in realtà è solo cominciata in germe
perché siamo ancora nell’alleanza — la chiamerò così — delle «pietre» in
quanto ancora la legge è scritta fuori. Non solo la legge civile, ma anche la
legge religiosa è scritta fuori, ha le sue autorità che la impongono, le sue
punizioni, le sue condanne, le sue scomuniche. Siamo ancora, dal punto di
vista della legge, all’età della pietra. L’età profetizzata da Geremia — che ha
trovato in Gesù il proprio adempimento — è ancora di là da venire perché la
sua caratteristica è che non ci saranno più leggi e nessuno insegnerà all’altro
perché ciascuno parlerà da sé secondo la sua coscienza, in quanto quella legge
sarà scritta non sulle piete ma nel cuore, dentro. La legge e la coscienza
sostituirà quella scritta sulle tavole di pietra. Vorrei dire he tutta la storia è fra
questa prima alleanza e la seonda, quella verso cui tendiamo che però non
dobbiamo considerare semplicemente come un orizzonte lontano, come era la
terra promessa per i pellegrini del deserto, in quanto essa è già cominciata. Il
suo tempo è già stato inaugurato da Gesù Cristo e quindi chi di noi può, chi di
noi ha il coraggio, chi di noi ha la generosità sufficiente, può già cominciare
ora. Anche se poi cadranno su di lui le tavole di pietra, però egli avrà vissuto
secondo la nuova alleanza che è l’alleanza della libertà, dove i rapporti di
dipendenza saranno tutti rescissi. Non solo le dipendenze materiali così ferree,
ma nche quelle spirituali, quelle che sembrano quasi inesistenti perché passano
attraverso l’impalpabile regione dove le coscienze fiammeggiano e in cui l’una
doma sull’altra, impone se stessa all’altra, brandisce in mano la verità e la
impone minacciando, dove insomma la schiavitù permane. Noi siamo sul
crinale fra le due alleanze. Lavorare per la seconda alleanza significa essere
nella prospettiva propria della profezia biblico-evangelica. Noi possiamo
anche darle un nome, se vogliamo servirci del nostro vocabolario: questa è
l’età della pace. Sopra questa alleanza c’è l’arcobaleno. Non ci sono più armi,
in quanto le armi di ferro — la spada il missile — sono una traduzione fisica
dei rapporti umani. Lo so che, essendo tutti i parametri di giudizio in mano
all’alleanza delle «pietre», questi discorsi sembrano un po’ infantili. E ovvio
che sia così perché appartengono al domani, non all’oggi. Non rispondono alle
gole di saggezza vigente alle quali siamo in parte obbligati, perché nessuno
può staccarsi dal presente senza svanire del tutto. Anche quando usiamo una
banconota siamo complici del sistema della violenza. Nessuno è puro! Anche
quando paghiamo un caffè siamo dentro l’economia e quindi entriamo nel
gioco degli sfruttati degli sfruttatori, anche se non lo vogliamo. L’importante è
non legittimare questo stato di cose, anzi sentirlo come una violenza e aspirare
alla realizzazione della seconda alleanza, in cui al posto delle pietre con le
leggi scritte, ci saranno le coscienze. Questo, come dicevo è l’orizzonte del
discorso.

Da “Il Vangelo della pace” vol.2 anno B

/ la_parola