26 Febbraio 2023 I domenica Quaresima

26 Febbraio 2023 I domenica Quaresima

26 Febbraio 2023 I domenica Quaresima

Prima Lettura Gen 2,7-9; 3,1-7    Salmo Responsoriale (Sal. 50)  Seconda Lettura Rm 5,12-19
Vangelo secondo Matteo Mt 4. 1-11

 

La potenza dell’uomo tocca un estremo lembo del Mistero di Dio, la vita. Mantengo il termine nella sua genericità perché è difficile dire che cosa è la vita. Essa è pienezza. Dalle radici biologiche da cui sgorga, su su fino alle alte manifestazioni dell’arte, fino alle alte esperienze del pensiero, tutto è vita. Le sue profonde radici si sottraggono ad ogni nostra oggettivazione, non si prestano alle nostre manipolazioni, perché là dove giunge l’occhio del dominio umano ivi si spegne la vita anche nel senso fisico della parola. Il precetto delle origini mi sembra arricchirsi di un’arcana attualità. Al di là di ogni discorso morale, che però ci vuole, sappiamo quale terribile casistica sia nata, in questi ultimi decenni, da poi che l’uomo, con la scoperta dei segreti che si nascondono nei cromosomi, ha esplorato proprio le sorgenti biologiche della vita varcando una frontiera che presenta prospettive ricche di morte come la scoperta dell’atomo. L’atomo biologico è ricco di potenze spaventose e di potenze meravigliose. Arrivato anche a questa frontiera, l’uomo si trova quasi sull’orlo ultimo della sua storia, o agli inizi di una nuova storia, perché ha toccato gli estremi: gli estremi della natura fisica con l’energia dell’atomo, gli estremi della natura biologica (e perché no? spirituale) entrando nei recessi del cromosoma. Noi sentiamo come la nostra vecchia morale balbetta dinanzi a tanti interrogativi di cui parlano anche i giornali di questi giorni. Fino a dove può arrivare l’uomo? Può veramente trattare queste sorgenti della vita a suo piacimento? In che misura egli può davvero inserire la sorgente della vita ed i suoi impulsi ed i suoi ritmi liberi dentro le sue ingegnerie? Fino a che punto? Non c’è qualcosa — è il caso di usare l’aggettivo — di «satanico» in questa signoria su tutto? È una domanda che ci deve angosciare. Le risposte moralistiche del lecito e dell’illecito su questo o quel problema, che pur rappresentano un momento giusto della nostra intelligenza morale, devono però essere tutte contenute in una specie di atteggiamento di fondo, che vorrei dire di adorazione o di rispetto. L’albero della vita va rispettato, è un limite al potere dell’uomo. Se egli lo varca si estingue tutto: si spegne il sole, si spengono le stelle, appassiscono i fiori, muore tutto. È il punto limite. Quello che noi tocchiamo, quando tocchiamo la vita, rimane, nel suo esserci e nel suo modo di rinnovarsi, un mistero inesplicabile.

Da “Gli ultimi tempi” vol.1 anno A

/ la_parola