5 Maggio 2024 6°Domenica di Pasqua

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Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli At 10, 25-27. 34-35. 44-48
Salmo 97
Seconda Lettura Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo 1Gv 4, 7-10

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15, 9-17

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Possiamo prendere l’avvio per la nostra riflessione dall’episodio singolare di
Pietro che rifiuta la venerazione di un un pagano dicendogli: « anch’io sono un
uomo e manifesta il suo stupore: « finalmente capisco che Dio non fa
preferenze di persone ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo
appartenga è a Lui accetto. Possiamo trovare in questo episodio della Chiesa
apostolica, due indicazioni fondamentali … La prima è che la premura di un
credente fedele a Gesù è di evitare ogni atteggiamento di venerazione da parte
di altri; e la seconda è la disponibilità a riconoscere che l’amore di Dio ci
precede, non è provocato dal nostro amore ma lo precede, lo sorpassa, riempie
l’universo e tocca di sé ogni creatura. Così enunciate le indicazioni sono ovvie
ma le loro implicazioni sono tali da mettere alla prova la nostra
speranza che il rinnovameto cristiano sia veramente, e non a parole, un
viaggio verso l’uomo.
Potremmo dire per cominciare schematicamente che i cristiani si
distribuiscono in due tendenze che potrebbero definirsi così: ci sono molti
cristiani quando parlano dell’Amore di Dio se ne sentono oggetti privilegiati;
il loro Dio ama la Chiesa e attraverso 1a Chiesa, il mondo. Ci sono dei
cristiani che invece sono convinti che Dio ama il mondo direttamente, nell’atto
stesso di crearlo (in quell’atto che non si distribuisce nel tempo ma racchiude
nella sua istantaneità l’universotempo) e sceglie alcuni perché siano testimoni
di questo suo amore per tutte le creature.
La posizione che più risponde al profondo spirito del Vangelo è questa
seconda. La verità vera è che Dio ama tutti. Non siamo noi che portiamo sulle
nostre spalle il destino del mondo e la salvezza degli uomini. Dio ama e salva.
Ma accettare questa verità che oggi la Scrittura ci ripropone non è facile
perché in noi agisce un principio che va nel senso opposto. Questo principio
tende a trasformare anche le verità più universali in ragioni di prestigio e di
dominio, quanto meno spirituale. Una forma di segreto narcisismo ci modella,
ci separa e anche le parole del Vangelo diventano, alla fine, legittimazione
della nostra separazione dal mondo. L’Amore di Dio viene quindi capovolto
nel suo opposto, una specie di nausea per gli altri, una paura della
contaminazione che ci può venire dagli altri, la sicurezza che noi siamo salvi e
gli altri sono peccatori.
Tutta la storia della Chiesa passa attraverso questo equivoco. Ora, ritrovare il
Vangelo vuol dire ritrovare 1a polla di un amore dentro cui la Chiesa deve
collocarsi e giudicarsi senza farsi giudice del mondo, perché non è lei la luce
del mondo. La luce del mondo è il Cristo, e questa luce illumina ogni uomo
che viene in questo mondo: e questa luce è appunto l’Amore proveniente da
Dio.
Da “Il mandorlo e il fuoco” vol.2 anno B

/ la_parola