6 Gennaio 2014 – EPIFANIA DEL SIGNORE

6 Gennaio 2014 – EPIFANIA DEL SIGNORE

6 Gennaio 2014 – EPIFANIA DEL SIGNORE

 

Dobbiamo liberarci dall’orgoglio che nasce dal fatto che “noi sappiamo”. Proprio questa è la barriera in cui – siamo sinceri – è caduto vittima anche il cristianesimo

 

PRIMA LETTURA: Is 60,1-6 – SALMO: 71 – SECONDA LETTURA: Ef 3,2-3a.5-6 -VANGELO: Mt 2,1-12

 

…A me viene a mente quella categoria di intellettuali sempre più diffusa nel nostro mondo che sanno tutto, che ripetono anche alla televisione, nei giornali, che la giustizia, la li-bertà, l’eguaglianza, la pace sono dei valori: c’è scritto. Nelle tavole nella nostra cultura, nelle costituzioni dei nostri stati, nelle grandi dichiarazioni internazionali a partire dalla Carta At-lantica ad oggi, c’è scritto. C’è scritto che tutti gli uomini sono uguali. C’è scritto che non si ragiona con la forza ma con i negoziati: è scritto. La nostra cultura si basa su ciò che è scritto e produce scritti, per cui siamo convinti di avere noi i valori universali. Come quando i Fran-cesi che avevano scritto sulle loro bandiere le fatidiche parole «libertà, fratellanza e egua-glianza» andavano a conquistare i popoli dove quelle parole venivano assolutamente calpesta-te. Essi erano convinti di diffondere la loro civiltà. Questa tendenza a prendere per vero ciò che è scritto, solo perché tale e ce lo ripetiamo. , crea una specie di menzogna collettiva di cui siamo tutti vittime e contribuenti e che ci impedisce di vedere la verità delle cose. Come quando diciamo – è un esempio a cui ricorro spesso perché è lampante – che noi spendiamo i soldi che spendiamo per le armi per assicurarci la sicurezza e per evitare la guerra e ci na-scondiamo il fatto che in realtà noi ammazziamo gente già ora con questa distorsione di ric-chezze. Simultaneamente alla nostra decisione noi produciamo il disastro per milioni di per-sone. Non le contiamo e diciamo che, tutto sommato, con le armi abbiamo impedito nel nostro mondo la guerra. E invece l’abbiamo combattuta. Ecco un esempio di menzogna. Ma ce ne sono tante. Per poter entrare nella logica del Vangelo, dobbiamo liberarci da questa insidia. Anch’io sono qui davanti ad un libro; ho letto delle parole e come me tanti. Le ripetiamo e ri-petendole ce ne convinciamo e ci dimentichiamo che siamo tutti dentro ad una menzogna per-ché queste parole non hanno senso se non sono rapportate ai fatti del nostro tempo, un tempo in cui ci sono migliaia di Betlemme dove nascono i bambini in una mangiatoia e muoiono di freddo e di malnutrizione e nessuno porta doni. Il primo impegno che noi dobbiamo avere, proprio perché siamo per struttura esposti a questa degenerazione – la mia affermazione per-ciò ha anche il significato di una confessione, di una atteggiamento penitenziale personale – è di non lasciarci suggestionale dalle parole e dagli scritti. Abbiamo perfino divise gli uomini e le civiltà in letterate o illetterate, primitive ed evolute; chi sa leggere è evoluto e chi non sa leggere è un primitivo. Come se il saper leggere abbia significato davvero un progresso, per noi. Non credo che sia aumentata la giustizia perché finalmente si sa leggere. Passare alle ci-viltà letterate non vuol dire passare alla civiltà umana. Dobbiamo liberarci dall’orgoglio che nasce dal fatto che noi sappiamo. Proprio questa è la barriera in cui – siamo sinceri – è caduto vittima anche il cristianesimo. Mentre i suoi primi apostoli erano in gran parte illetterati, ab-biamo poi avuto sempre vescovi, papi, letterati anzi poliglotti. Ci siamo dimenticati che l’importante è mantenere questo messaggio a contatto diretto con l’uomo che non conta, che non sa capire nemmeno il discorso che faccio oggi, perché gli mancano gli strumenti conosci-tivi. Questa non è una forma di autopunizione, di masochismo spirituale, è l’espressione della certezza che abbiamo perso le misure. Ecco perché si cade nella disperazione, perché abbiamo perso le misure…

 

Ernesto Balducci – da: “Il Vangelo della pace” – vol. 1

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