6 Gennaio 2024 Epifania del Signore

6 Gennaio 2024 Epifania del Signore

6 Gennaio 2024 Epifania del Signore

Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia Is 60, 1-6
Salmo Responsoriale (Sal. 71)
Seconda Lettura Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini Ef 3,2-3a.5-6

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2, 1-12

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Nel racconto di Matteo questo c’è la reazione del potere che si vuol premunire di fronte
all’eventualità che si allarghi il regno dell’uomo. Ogni volta che il regno dell’uomo si
allarga, crollano le piramidi del potere, scricchiolano le strutture che sembravano
intangibili, anche quelle sacre. Il potere teme che l’uomo riconosca negli altri, nei lontani,
una fratellanza, una eguaglianza inconciliabili con la ragione particolaristica che gli fa da
piedistallo ideologico. Se noi ci riconoscessimo tutti cittadini del mondo, ma sul serio e
non nelle retoriche di circostanza, gli stati crollerebbero. Gli stati particolari utilizzano, a
scopo di stabilità e anche di dominazione, ragioni particolaristiche di vario tipo:
economiche innanzi tutto, ma anche culturali. Man mano che in noi si dilata la fratellanza,
nel pianeta, gli stati cadono. Ad esempio: siamo alla vigilia di trattative importanti per il
destino dell’umanità. Noi vediamo come anche in queste trattative, che vorremmo
fruttuosissime, si scontrano queste due tensioni. Da una parte vorremmo far arrivare in
alto la voce dell’uomo, di tutti gli uomini perché ciò di cui si discute riguarda fisicamente
tutti gli uomini, vorrei dire anche gli uccelli e gli animali delle foreste, tutti i viventi. Non
è giusto rimettere a ragioni di parte una questione che riguarda tutti gli esseri. Di fatto,
questa è una utopia. Il pretendere che noi si abbia voce è, dal punto di vista morale, una
istanza legittima, ma dal punto di vista politico è una pura illusione. Di qui la nostra
ambivalenza anche di fronte a questi fatti. Non abbiamo fiducia perché sentiamo che là
dove Erode — perché di questo si tratta, del potere — apre spazi ai Magi, ivi c’è la frode,
Il segno miracoloso dei Magi è che son passati per altra strada, hanno tirato di lungo, han
preso le distanze, non sono entrati nella meccanica, nella diplomazia del potere.
Assumiamo pure il racconto evangelico non per come è, un racconto educativo,
catechetico, ma un racconto storico effettivo: i Magi hanno capito che in quel momento
Erode poteva minacciare il regno che era nato con Gesù di Nazareth, poteva sterminarlo.
Il racconto evangelico continua, come sappiamo, con la strage degli innocenti. I
particolari non ci interessano, ci interessa il concetto di fondo. E possibile affidare la sorte
di Gerusalemme ad Erode? Se Gerusalemme è la città della pace di tutti gli uomini, a chi
la affideremo? Quale sarà la vera Gerusalernme universale? Essa sarà costruita dai lontani
e non dai vicini. Il suo futuro è in mano a coloro che verranno, in mano a coloro che non
ci rassomigliano. Questo concetto, che io assumo adesso nella sua genericità formale, è
fondamentale per poterci orientare al livello in cui ora parlo, che non è quello della
plitica. I Magi non ci interessano per quello che sono nel racconto, essi sono i lontani, i
diversi che arrivano con dentro il cuore la speranza, mentre i vicini non hanno ormai altra
logica che quella del potere, della conservazione dell’assetto esistente, dinanzi al quale
Gesù che nasce è una minaccia radicale da sopprimere.

Da “Il Vangelo della Pace” vol.2 anno B

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