9 Aprile 2023 Domenica di Pasqua

9 Aprile 2023 Domenica di Pasqua

9 Aprile 2023 Domenica di Pasqua

Prima Lettura At 10a, 34, 37-43
Salmo Responsoriale (Sal. 129)
Seconda Lettura Col 3, 1-4

Vangelo Gv 20, 1-9

 

È proprio in questo che la fede cristiana si distingue da ogni fede religiosa, genericamente
considerata: il suo punto di riferimento è un evento accaduto nel passato ma che ha, così
dice la fede, un significato universale. Un sepolcro, dove un uomo era stato deposto, si è
aperto Un uomo ucciso dai potenti è entrato nella vita, nella gloria del Padre. Questo
evento è il segno delle intenzioni del Padre per tutti gli uomini: la morte è stata vinta per
tutti. Questo noi diciamo. Com’è difficile ma anche com’è fecondo riproporci di fronte a
questo messaggio annuale radicandoci, con tutta lealtà, nella condizione in cui noi oggi ci
troviamo, una condizione che ci rende, per un verso, tanto più distanti dalla cornice, dai
simboli di questo antico annuncio! Quando noi, uniformandoci ai livelli della conoscenza
raggiunti scientificamente oggi, parliamo di vita ne parliamo in un modo molto diverso.
Proprio ora che la vita è diventata precaria, incerta nello spazio infinito, noi sappiamo che
essa è come un bene indivisibile che investe e coinvolge in unità profonda l’uomo che
pensa, che ama, che spera — punta alta dell’emisfero della vita — e tutte le altre forme
viventi su questo pianeta. La vita che chiamiamo spirituale è così intessuta dentro gli
equilibri molteplici della materia, così miracolosamente connessa con le variazioni che
accadono in questa fascia attorno al pianeta che abbiamo acquistato un nuovo senso di
responsabilità, proprio mentre la nostra violenza ha toccato i limiti. Stamani, in questo
giorno di Pasqua, ci è stato dato l’annuncio che nelle profondità della terra è esplosa una
bomba atomica sperimentale. Questa terra è scossa dalle nostre follie. E così la nostra
responsabilità aumenta. Il nostro compito morale non è, come riteneva troppo facilmente
la mentalità religiosa arcaica, di scivolare sulla vita terrena per appagarci nel pensiero la
vita eterna. Questo modulo religioso arcaico ha resa vacuo, per tanti aspetti, l’annuncio
che abbiamo ascoltato. Noi sappiamo che la vita che viviamo e quella accogliamo nelle
nostre braccia dal nutrimento terrestre che continuamente la genera, è un bene
indivisibile. Ed è di questa vita che noi vogliamo parlare. Non possiamo metterla tra
parentesi consegnandola al dominio della morte perché così facendo noi colpiamo nel
centro la singolarità dell’annuncio pasquale. Siamo entrati, da qualche tempo, in una zona
dell’esperienza collettiva e individuale del tutto nuova. Il duello fra morte e vita è un
duello che oggi sembra dare una prevalenza, mai avuta. alla morte, perché essa non opera
più all’interno della specie, come sempre è avvenuto. La morte recideva la vita degli
individui lasciando sopravvivere quella della specie umana, per cui l’individuo moriva
con la certezza che la sua eredità era destinata a correre verso il futuro lungo la linea delle
generazioni. Una specie di eternità sostitutiva vibra perfino nelle viscere, nella fisica
dell’uomo. Avere figli vuol dire andare verso il futuro: si può morire sapendo di non
morire. Ora però il senso della morte cinge totalmente la specie umana e ogni specie
vivente. Noi siamo insidiati come da un’acqua nera sotterranea che pervade l’intera falda
dell’esistenza. E un fatto nuovo che deve porci interrogativi nuovi sia livello morale che
al livello conoscitivo. Noi sentiamo che il mistero della vita è un mistero che non
possiamo sezionare a nostro piacimento: ci sarà chiesto conto della vita di questo pianeta.
Se noi leggiamo il messaggio con questa mentalità, del tutto conforme al nostro tempo,
senza barare, lo sentiamo per un verso così lontano: La fine delle cose e la fine della
nostra vita individuale sembrano un destino ineluttabile. Nessun sepolcro si è mai aperto,
la morte trionfa e noi raccontiamo, su questo sterminato panorama di sepolcri sigillati, la
nostra certezza. Perché lo facciamo? Con quale fondamento? Intanto io penso che ci aiuta
a darci una risposta, che sia conforme al messaggio e conforme ai livelli della coscienza
di oggi, il riconoscimento della inesplicabilità della vita stessa.
Da “Gli ultimi tempi” vol.1 anno A

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