DAVOS 2024 (WEF) – di Andrea Bottinelli

DAVOS 2024 (WEF) – di Andrea Bottinelli

Il World Economic Forum (WEF), è una organizzazione internazionale che periodicamente riunisce personalità politiche ed economiche mondiali per discutere e definire le politiche del futuro.

 Al WEF 2024 di Davos, che si è tenuto dal 15 al 19 gennaio 2024, hanno partecipato oltre 2500 esponenti del mondo economico, politico, scientifico e culturale;  Più di sessanta capi di Stato e altre 2.800 grandi personalità di spicco tra economisti, banchieri e politici si preparano a partecipare al 54esimo appuntamento annuale per discutere delle sfide globali, tra cui crisi climatica e conflitti in corso. Tra i partecipanti più noti ci sono il presidente francese Emmanuel Macron, il premier spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario di Stato statunitense Anthony Blinken e António Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite (Onu), nonché il premier cinese Li Qiang. Lo slogan dell’edizione 2024 di Davos è stato “Ricostruire la Fiducia”  mentre i temi di approfondimento si sono concentrati su 4 tematiche chiave : Raggiungere la sicurezza e la cooperazione in un mondo frammentato; Creare crescita e occupazione per una nuova era; L’intelligenza artificiale come motore dell’economia e della società; Una strategia a lungo termine per il clima, la natura e l’energia

Il rapporto rende anche  noti i risultati della Global Risks Perception Survey (GRPS), un’indagine che raccoglie il parere di circa 1.500 esperti, analizzando le sfide globali attraverso due distinti orizzonti temporali: 2026 e 2034

Le domande sul futuro che emergono da queste quattro sfide cruciali:

  1. affrontare efficacemente le  crisi di sicurezza stante  l’attuale situazione in Medio Oriente
  2. Come potranno o dovranno  governo, imprese e società civile confrontarsi per un nuovo quadro economico ed evitare un decennio di bassa crescita ma soprattutto come  mettere le persone al centro di un percorso più prospero
  3. Come possiamo usare l’ intelligenza artificiale a vantaggio di tutti
  4. Come possiamo sviluppare un approccio sistemico a lungo termine per raggiungere gli obiettivi di un  mondo a zero emissioni di carbonio entro il 2050 fornendo allo stesso tempo un accesso sicuro e inclusivo all’energia, al cibo e all’acqua

I dibattiti e gli incontri di riflessione previsti avevano o avrebbero dovuto avere l’ambizione di offrire spunti di valutazione e possibili soluzioni.

La nostra news non ha la presunzione di “ sedersi “ virtualmente allo stesso tavolo, proporre una analisi tecnico-economica a confutazione/integrazione/contraddizione/ dei risultati che il Forum ha o non ha acquisito.

Ci pare tuttavia che informare i nostri amici della Fondazione ( coloro che per interesse, conoscenza ,competenza nel campo delle discipline  economico-finanziarie e scienze sociali sono i “lazzeri” che raccolgono solo le briciole )   in merito al “sentiment” che scaturisce da tale Elite di saperi e poteri.

In altri termini la nostra “finestra sul cortile” della povertà, vulnerabilità, esclusione, discriminazione, disuguaglianza, ingiustizia sociale, violenza, prepotenza, conflittualità di ogni natura-etnica, regionale, religiosa, ambientale – cosa ci racconta dopo le conclusioni del Forum?

Quali determinazioni sono state assunte in coerenza con l’affermazione “ricostruire la fiducia” e mettere al centro l’uomo?

Proviamo a ripetere qui quanto più ci interessa :

  1. Il 2024 sarà un anno complicato e peggiore del previsto e più pesante rispetto a quello di un anno fa ; ci sono due guerre in più – Israele contro Hamas, Iran contro Pakistan – oltre alle tensioni nel Mar Rosso che mettono a rischio il commercio internazionale ; uno scenario incerto e pericoloso.
  2. La notizia positiva è che l’inflazione sta calando, 
  3. Di difficile lettura le tante le transizioni che si stanno verificando (tecnologica, con l’intelligenza artificiale generativa , ecologica, energetica .
  4. Invito della Lagarde  : bisogna avere pazienza ; la normalizzazione è iniziata, ma si deve parlare di “non normalità”. Dai consumi ai risparmi eccessivi, dal commercio internazionale all’inflazione, la “non normalità” si traduce in un quadro in cui ci sono stati sia miglioramenti – come nel caso della lotta ai rincari – sia difficoltà. 
  5. Le guerre commerciali stanno aumentando e potrebbe verificarsi  una nuova frenata”, capace di avere un impatto sull’economia globale. (riferimento al conflitto tecnologico fra Cina e Stati Uniti e fra Cina ed Europa sui veicoli elettrici.
  6. Positivo : il commercio elettronico, così come quello “green”, che possono essere un elemento di resilienza per l’intero mondo”. 
  7. La globalizzazione ;l’attuale modello di sviluppo resta quello che più garantisce la prosperità globale” con un grande impatto positivo nel portare le persone fuori dalla povertà. Ma questo fenomeno ha una conseguenza, ovvero “un prezzo più elevato nel lungo periodo, che non bisogna sottovalutare”. 

Ecco invece la “finestra sul cortile “ che ci interessa: 

  1. Tra luglio 2022 e giugno 2023, per ogni 100 dollari di profitto generati da 96 tra le imprese più grandi al mondo 82 dollari sono fluiti agli azionisti sotto forma di dividendi o buyback azionari. Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione e anzi il monte salari ha visto un calo in termini reali di 1.500 miliardi di dollari nel biennio 2021-2022, una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile (da 25 giorni) per ciascun lavoratore.
  2. tra le dieci più grandi multinazionali al mondo hanno un amministratore delegato miliardario o un miliardario tra i propri azionisti di riferimento, 148 tra le più grandi società al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari in 12 mesi fino a giugno 2023, registrando un incremento del 52,5% rispetto al profitto medio nel quadriennio 2018-21.
  3. A livello globale gli uomini detengono una ricchezza superiore di 105.000 miliardi dollari a quella delle donne
  4.  In Italia, dal 2000 a oggi, le quote di ricchezza nazionale netta detenute dal 10% più ricco dei nostri connazionali e dalla metà più povera della popolazione italiana hanno mostrato un andamento divergente. La quota di ricchezza detenuta dal top -10% è cresciuta di 3,8 punti percentuali nel periodo 2000-2022, mentre la quota della metà più povera degli italiani ha mostrato una tendenza decrescente, riducendosi nello stesso periodo più che ventennale di 4,5 punti percentuali.
  5. Nel mondo almeno 4,8 miliardi di persone negli ultimi 10 anni hanno tenuto a stento il passo con l’inflazione. Mentre i miliardari hanno visto il valore dei propri patrimoni crescere in tre anni di 3.300 miliardi di dollari in termini reali, un aumento del 34% rispetto all’inizio di questo decennio di crisi, con un tasso di crescita tre volte superiore a quello dell’inflazione.
  6. In Italia, il quadro distribuzionale tra il 2021 e il 2022 mostra quasi un dimezzamento della quota di ricchezza detenuta dal 20% più povero (passata dallo 0,51% allo 0,27%), a fronte di una sostanziale stabilità della quota del 10% più ricco degli italiani. 
  7. Il numero dei miliardari italiani (novembre 2023) è aumentato di 27 unità (passando da 36 a 63) e il valore dei patrimoni miliardari (pari a 217,6 miliardi di dollari a fine novembre 2023) è cresciuto in termini reali di oltre 68 miliardi di dollari (+46%). 
  8. È cresciuta l’incidenza della povertà assoluta nel 2022. Poco più di 2 milioni e 180mila famiglie nel 2022 vivevano in condizioni di povertà assoluta, non disponendo di risorse mensili sufficienti ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per vivere in condizioni dignitose. L’incidenza della povertà a livello familiare è passata in un anno dal 7,7% all’8,3%, mentre quella individuale è cresciuta dal 9,1% al 9,7%.
  9. il tasso di occupazione oggi raggiunge quota  61,3% ( persone tra i 15 e i 64 anni di età ) a fronte della perdurante stagnazione salariale, della contenuta produttività del lavoro, della bassa qualità lavorativa di giovani e donne e soprattutto del diffuso ricorso a forme di lavoro povero e atipico che determina marcate disuguaglianze retributive e costringe 5,6 milioni di italiani in condizioni di povertà assoluta.

MULTIDIMENSIONALITA’ DEI BISOGNI

Dal rapporto Caritas 2022 pubblicato nella fine 2023:

  • Le persone che si rivolgono alla rete Caritas manifestano per lo più difficoltà di ordine materiale: problemi economici (questo accomuna il 78,5% dell’utenza), occupazionali (45,7%) e abitativi (23,1%). Seguono poi altre forme di fragilità, spesso associate alle prime, in particolare: i disagi legati all’immigrazione per i soli stranieri (24,2%), i problemi familiari (13%), di salute (11,6%), legati all’istruzione (7,8%), alle dipendenze (3,1%), alla detenzione e giustizia (3,1%) o all’ handicap/disabilità (2,9%).
  • calo del numero di assistiti del 2,3% (dato che presenta una forte eterogeneità regionale); si irrobustiscono le povertà croniche (+9,6% delle persone in carico da molti anni, in modo continuativo), mentre risulta in calo il numero dei nuovi ascolti (-7,2% delle persone ascoltate per la prima volta nel 2023); sul fronte delle tipologie familiari, tende ad abbassarsi la quota dei nuclei familiari (-5,4%) a favore di un maggior numero di persone sole (+5,4%) e dei divorziati (+ 3,2%);
  • torna a rafforzarsi la grave esclusione sociale e abitativa: le persone senza dimora in soli dodici mesi aumentano del +12,3%; in termini di fragilità, dal 2022 al 2023, tende ad aumentare in particolare la quota di persone con problemi abitativi (mancanza di casa, accoglienza provvisoria, abitazione precaria/inadeguata) e connessi allo stato di salute.
  • povertà energetica ; in un periodo come quello che l’intera famiglia umana sta vivendo, segnata da conflitti, spinte inflazionistiche e un quadro di crescente urgenza nei processi di transizione energetica, si tratta di un fenomeno che interpella in misura crescente la rete della solidarietà , e che ha bisogno di essere riconosciuto e definito. In un Paese come l’Italia, l’accesso ad un pacchetto di servizi energetici di base rappresenta sempre più un diritto di base di ogni persona: poter scaldare la propria casa, e – sempre più spesso in condizioni di cambiamento climatico – poterla raffrescare; poterla illuminare; avere accesso all’acqua calda e poter cucinare; ma anche avere accesso ai servizi di mobilità necessaria.
  • Le preoccupazioni dei lavoratori ; innanzitutto i figli per i quali spesso non riescono a garantire i beni primari (i materiali scolastici, i vestiti o gli alimenti); la famiglia e la relazione di coppia, esposta ad una vita precaria che genera povertà e disagi; in secondo luogo le spese per la casa (affitti, bollette, ecc.); la spesa alimentare che, in alcuni casi, i working poor riescono ad acquistare per due settimane al mese e poi vanno in sofferenza; la salute, la paura di star male, di aver bisogno di visite mediche specialistiche, il doversi trascurare, la difficoltà di curare i familiari ammalati; la difficoltà di immaginare un futuro diverso, di progettare, di sognare.

Proviamo quindi ad immaginare di affittare un “Drone”  e farlo viaggiare in tutto il mondo a partire dal tavolo di  DAVOS -prima tappa Italia – e verificare – se vera- l’affermazione di coloro ( sociologi, economisti, filosofi) che sostengono un inevitabile scivolamento verso una nuova struttura feudale dove pochi “Signori” ( 1%della popolazione mondiale) levigheranno con abilità e sapienza i tentativi di riscatto di una moltitudine infinita ( 99% della popolazione mondiale) resa appagata e distratta dalla produzione di gadgets universali.

 

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