La profezia di Balducci – di Pierluigi Onorato – aprile 2019

La profezia di Balducci – di Pierluigi Onorato – aprile 2019

1 – Prima di morire Balducci ha avuto modo dii sistemare teoreticamente la sua visione di fede e il suo impegno militante per la pace, elaborando la teoria dell’uomo planetario. Nel lungo travaglio della storia, dominato dallo spirito di guerra e dal conflitto tribale dei popoli, l’uomo ha usato anche Dio per legittimare i suoi interessi particolaristici. Ma sotto la pelle della storia opera anche un uomo storicamente inedito che di grado in grado riesce ad attingere un Dio ancora nascosto. L’incontro tra l’uomo storicamente inedito e il Dio ancora nascosto segna l’avvento dell’autentico Regno di Dio, della completa liberazione dell’uomo e del recupero ecologico del pianeta terra. E’ l’avvento dell’uomo planetario.

Balducci era perfettamente consapevole che questo traguardo era difficile e precario. La sua visione profetica non gli impediva di guardare la realtà con occhio disincantato, e di partecipare alla sofferenza del mondo, sia nei suoi aspetti “macro” sia negli aspetti “micro”. In una omelia osservava: “Chiunque conosce, sia pure in modo approssimativo, la storia umana, sa che è una storia di guerre, di divisioni. E non è neppure vero, purtroppo, che là dove sono stati piantati i vessilli di Gesù Cristo ha trionfato l’unità. Anche lì divisioni, guerre e guerre sante. E’ tragica la storia dell’uomo: è una serie di catastrofi, la storia dell’uomo.(… Perciò non ci raccontiamo fiabe: non è affatto vero che l’umanità ascende dalle lotte tribali all’unità della civiltà [come lui stesso aveva profetizzato]. Perché la civiltà è una diversa organizzazione del fratricidio, è una diversa forma del dividersi.” Come diceva Hegel, la storia è un grande mattatoio.

Proprio facendo riferimento a questa catastrofe umanitaria, in un’intervista concessa nel ventennale della morte del padre scolopio, Pietro Ingrao poteva asserire perentoriamente che Balducci era un profeta sconfitto. L’asserzione del militante comunista, tuttavia, non tiene conto che la profezia di Balducci, come tutte le autentiche profezie, appartiene alla dimensione dell’escaton, cioè alla fine della storia, quando saranno cieli nuovi e terre nuove, sui quali sorgerà il volto dell’uomo inedito. Fuori della dimensione escatologica, nell’orizzonte storico, il profeta è sempre sconfitto, Balducci come Gesù di Nazareth.  

A ben guardare, si spiega così la frustrazione del pacifismo assoluto o antropologico, cioè del pacifismo che presuppone l’avvento dell’uomo nuovo, quando invece i tempi non sono ancora maturi. Mentre il pacifismo cosiddetto strumentale o istituzionale, che ricerca gli strumenti per controllare e limitare i conflitti, ha potuto registrare notevoli successi storici, varando costituzioni nazionali. dichiarazioni internazionali dei diritti, e simili mezzi di limitazione dei poteri, i movimenti che si ispirano al pacifismo assoluto scontano la divaricazione tra la radicalità del loro scopo e la limitatezza delle loro possibilità storiche.

2 – Ma resta in tal modo il problema di fondo: quanto occorre aspettare per l’avvento dell’escaton? Se l’attesa si fa troppo lunga rischia di venir meno la speranza e la fede che la sorregge.

I cristiani di Tessalonica, che credevano per fede alla prima venuta di Gesù Cristo, alla sua incarnazione, morte e resurrezione, aspettavano la promessa seconda venuta (parusia) nel giro della generazione in corso, nonostante che Gesù stesso avesse ammonito che i tempi della parusia erano sottratti alla conoscenza dell’uomo, il quale doveva attenderli vigilando come fa con il ladro che arriva di notte.   

Intervenendo su questo problema, l’apostolo delle genti richiama i Tessalonicesi a una più corretta dottrina escatologica, in un passo che resta ancora di difficile interpretazione.

“Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare ….. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui chi finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.” (2 Ts, 2, 1-12).

In altri termini, il ritardo della parusia dipende da una forza o una persona dotata di una potenza di seduzione satanica (mistero di iniquità già in atto) che “trattiene” (katechon) impedendo la manifestazione di quello che sarà chiamato l’Anticristo. Solo alla fine dei tempi il Signore Gesù distruggerà il Nemico con il soffio della sua bocca. Forse i tessalonicesi potevano comprendere qual era la forza che “trattiene”; ma per gli altri e per i posteri questa forza resta un mistero: l’impero romano? la chiesa istituzionale? Il potere politico in quanto tale?

Alla luce della lettera paolina, quindi, coloro che credono in Cristo Gesù e attendono la sua venuta hanno un duplice compito in relazione al Regno di Dio che Gesù ha predicato: da una parte discernere il Regno “già” realizzato nei tempi della storia, anche e soprattutto nell’infinitamente piccolo e nel difficilmente percepibile (Dio non fa rumore); dall’altra individuare la forza che “trattiene”, resistere alla sua potenza seduttrice e preparare l’avvento escatologico del Regno “non ancora” realizzato.

Ovviamente questa forza non sarà l’impero romano, come insegnavano molti Padri della Chiesa, ma un corrispondente storico dl quell’impero. Sarà il potere istituzionale della chiesa? sarà i il cosiddetto pensiero unico nell’epoca della globalizzazione? sarà il potere politico in quanto tale? o altre simili forze di seduzione satanica?

Non è certo un compito facile, per l’uomo della modernità, sia con riguardo al “già” sia con riguardo al “non ancora” del Regno che ci è stato promesso. Ma è l’essenza della vocazione cristiana.

 

 

 

Pierluigi Onorato

 
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