Morte di un rider fiorentino. Il lavoro trattato come merce

Morte di un rider fiorentino. Il lavoro trattato come merce

Sabato 1° Ottobre in un incidente stradale a Rovezzano, Firenze e morto durante una consegna Sebastian, rider di 26 anni al lavoro per Glovo travolto da un’ auto mentre guidava il suo scooter. Ai funerali del ragazzo svoltisi a San Martino a Mensola il parroco Don Paolo Tarchi ha ripreso le parole di Papa Francesco. “questa economia uccide. Si considera l’essere umano come un bene di consumo che si puo’ usare e poi gettare. L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali ci ricorda la Bibbia. La sete insaziabile di denaro ha scelto ai nostri giorni come vettore insostituibile la velocità. La velocità che sul lavoro prende il nome di lavoro a cottimo, la velocità a cui non interessa il volto della persona e le sue necessità ma affida ad un algoritmo il rispetto insindacabile dei tabilità puo mettere a rischio la vita propria e degli altri. Pensiero che abbiamo di frequente quando incrociamo i riders per la strada. Secondo l’economista Zamagni l’innovazione economico produttiva a cui stiamo assistendo è l’esempio piu lampante della degenerazione del capitalismo neo-liberista che per fortuna sta cedendo il terreno ma che ancora per diversi anni a venire continuerà ad essere predominante. Degenerazione perché tratta il lavoro umano come se fosse merce, trattandolo con modalità organizzative che si addicono alla merce. La teoria degli incentivi, ovvero piu’ lavori e piu’ guadagni, piu’ consegne fai e maggiore sara’ la tua remunerazione. Tutto questo è disumano e produce solitudine e disperazione come è ben raccontato nel libro di Angus Deaton e Anne Case “Morti per disperazione- e il futuro del capitalismo”.

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